La Storia di un Uomo diventata "LEGGENDA"
Tra MITO e REALTA' si sviluppa la vita e il ricordo del Capitano Pietro Vittorio CORELLI, nato a Oneglia il 11.11.1911 da Marcellina Arena di Paesana e dal Generale Giovanni Corelli, secondogenito di una famiglia originaria di Mondovì (CN), dopo il diploma tecnico conseguito all'Istituto Baruffi nel 1935 accedeva alla scuola militare per gli Ufficiali di complemento a Roma. Dopo 24 mesi, il giovane Pietro Vittorio veniva inviato, come primo incarico militare, alla scuola di applicazione di Firenze come "istruttore trasmissioni".
Nel 1939 partiva per il fronte albanese (Valona) nel quartier generale della divisione Arezzo, dove si distingue in diverse operazioni militari e per questo veniva insignito della Croce di Guerra. Il 20 maggio 1941, rientrato in Patria, veniva incorporato della 33 Divisione Fanteria Acqui 317 battaglione artiglieria da montagna e l'anno successivo veniva inviato sull'isola di Cefalonia. Partecipò attivamente e con un ruolo di fondamentale coordinamento con i partigiani locali a combattere le truppe naziste che con l'inganno misero in atto uno dei più sanguinosi e violenti eccidi che la storia ricordi "la carneficina" di Cefalonia dove persero la vita oltre 5.000 soldati. Nonostante le gravissime ferite il Capitano Pietro Vittorio Corelli riuscì a sopravvivere alla violenta rappresaglia nazista e per il valore dimostrato fu insignito della Medaglia d'argento al valor militare.
Nel 1944 rientrò in Italia e dopo un nuovo incarico in Albania a fianco dei partigiani locali (per il quale riceve innumerevoli onorificenze militari - tutte esposte nel Museo) fu incorporato nel 1 reggimento Alpini - battaglione Susa fino a terminare la Sua carriera militare come responsabile del Distretto militare di Torino.
Dopo essere stato nominato Cavaliere della Repubblica e Commendatore della Repubblica morì nell'ottobre 1974 a Torino.
La LEGGENDA del MANDOLINO DEL CAPITANO CORELLI.
Il romanzo di Louis de Bernières ed il successivo film di J. Madden narrano le gesta del capitano Antonio CORELLI, italiano, romantico, melomane, innamorato e coraggioso… Personaggio di fantasia o realmente esistito?
Il CAPITANO Corelli è realmente esistito?
Le teorie sul punto sono moltissime, e altrettanti sono i personaggi e/o le famiglie che hanno rivendicato la "titolarità" del famigerato Capitano Corelli. Molto probabilmente Louis De Bernieres, come in tutti i romanzi, ha creato una figura ad hoc per il suo romanzo facendo sintesi fra fatti, persone e dettagli realmente accaduti e mera fantasia. Una parte della critica sostiene con forza che il libro e ovviamente il film da cui è tratto siano nulla di più che una "bella" storia d'amore ambientata in un periodo storico preciso e realmente accaduto; nessun Capitano Corelli ma solo un personaggio letterario. Sul punto però vi sono troppi elementi che stridono con la "fredda" e pragmatica visione di questa parte di critica, infatti, lo stesso autore ha dichiarato di aver attinto moltissimo dalla storia di quel tempo e di quel luogo. Si pensi, infatti, che sulla strage di Cefalonia moltissimi sono i documenti storici reperibili e ancora numerosi sono i soldati ancora in vita (oltre duecento). Probabilmente il capitano Corelli, così come descritto nel libro, non è mai esistito bensì esso rappresenta la summa di plurimi caratteri di altrettanti personaggi.
Contrariamente a quanto sostenuto dalla critica il Capitano Corelli faceva parte della Divisione Acqui e precisamente della 33 divisione - 317 battaglione, non si chiamava Antonio, ma Pietro e come il personaggio di De Bernieres era un melomane, un vero amante della lirica.
Un tempo erano moltissime le persone che sapevano suonare uno strumento e che sapevano cantare bene, si pensi che nella Acqui c’era anche un cantante lirico di professione. Questo è un chiaro esempio dell'opera letteraria che prende forma e pertanto di un autore che dipinge un personaggio attribuendo elementi e sfumature proprie del periodo storico e del contesto in cui viene immerso. Si pensi che il romanzo così come la pellicola made in USA presenta forti i canoni "italici", esasperando, a volte, lo stereotipo di italiano - musica e mandolino.
Lo stesso Capitano Amos Pampaloni ha accusato il film di mostrare i soldati italiani come "molto poco eroici, incapaci di combattere, aderenti al solito stereotipo genere "canzoni e mandolino" e il regista, John Madden, in sua difesa affermava: "E' chiaro che chi ha partecipato a quegli eventi ne è stato marchiato, dobbiamo a quella gente rispetto e ammirazione. Forse molti si aspettavano una ricostruzione storica, mentre invece la mia è una storia romanzata".
Pertanto sebbene i tratti precipui del Capitano Corelli di De Bernieres siano similari al capitano Pietro Vittorio Corelli molti altri elementi sono evidentemente frutto di "licenza poetica letteraria". Una leggenda non svelata e che lascerà sempre aperte numerose vie consentendo ad ognuno di liberare la propria convinzione e il personale convincimento. Il Museo del cappello Militare dedica ampio spazio alla leggenda del Capitano Corelli ripercorrendo le sue gesta militari ponendo parallelismi e suscitando riflessioni circa la possibilità reale di ana perfetta aderenza fra mito e realtà.